Testimonianze (particolarmente interessante quella di Charlie Pierobon), messaggi (quello del Usd Piave) e voglia di non dimenticare (in foto l’Acli Longarone). Il mondo del calcio in provincia di Belluno ha ricordato anche così i cinquant'anni dalla tragedia del Vajont.
Quel che resta dell'Acli Longarone: è un'immagine sfocata
della squadra di uno dei comuni colpiti dalla strage. Metà dei presenti nella
foto non superarono la notte del 9 ottobre 1963, schiacciati da 160 milioni di
metri cubi di terra. Il Longarone aveva ottenuto la promozione in seconda
categoria ed alcuni calciatori erano rientrati nell'interesse di grandi
club. Alle 22:39 di quel mercoledì, in
TV davano Real Madrid-Rangers Glasgow, la notte della Champions, l'evento più
bello per cullare oniriche aspettative. Fu solo un disastro. Con questa
immagine simbolica ricordiamo una ad una le vittime di quella catastrofe.
(Postato su facebook da Lorenzo Bertelle)
Anche Carlo Charlie Pierobon ha rischiato di restare vittima
del Vajont. Prima ancora … di nascere. A raccontare il dramma, che ha toccato
anche la sua famiglia, è lo stesso tecnico del Vitt. “Esattamente 50 fa –
racconta il popolare allenatore - mia mamma si trovava a Longarone a trovare il
papà Carlo De Vecchi che abitava a Malcom. Mio nonno voleva a tutti i costi che
si fermasse a dormire lassù, ma mia mamma non volle e alle 18,20 l'accompagnò
alla stazione per prendere la corriera che la riportava a Ponte nelle Alpi dove
abitava. Io essendo nato il 4 gennaio 1964 indovinate dov'ero ? E alle 22,39
......Nella tragedia morì mio nonno Carlo, che non fu mai trovato, e altri 6
familiari”.
"L'Usd Piave - scrive la società bellunese - si unisce alle celebrazioni per i cinquant'anni
dal disastro del Vajont. La memoria dei morti, dei corpi ritrovati lungo il
Piave a centinaia di chilometri, dei paesi distrutti e poi ricostruiti, ci
ricordi che, anche e soprattutto fuori dal campo, solo il restare uniti e il
fare squadra nei momenti di sofferenza è la via per resistere, ricostruire,
rinascere".
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