Ecco un racconto – una splendida anticipazione – dal secondo
libro di Tiziano Schiocchet.
Uscirà tra pochi mesi. Intanto ecco questo
assaggio che il tecnico che ha conquistato grandi soddisfazioni con gli Allievi
del Belluno ha concesso al Calciobellunese. “Fa parte del mio secondo libro "
La sfera e l'ovale " un romanzo che parla di rugby e calcio che spero esca
per dicembre 2013...”.
Di tutte le partite del campionato, quella che il vecchio
Mister aspettava, era una, una soltanto , con vera bramosia di vendetta e
aspirazioni omicide malcelate la attendeva al varco.
Non per la forza
degli avversari o per l’ira dei tifosi, ma solo perche’ a guidare la squadra
dc’era inspiegabilmente non esonerato da anni, quel damerino di allenatore di
Fiorello Manubrio.
Il vecchio Mister
comunista lo odiava piu’ di ogni cosa al mondo, piu’ dei politicanti di destra
del nord, piu’ di un due di picche, di una telefonata alle due di notte, lo
odiava dal piu’ profondo dell’anima, lo avrebbe volentieri investito se solo ne
avesse avuto l’occasione.
Il Fiorello Manubrio
rappresentava per lui vecchio mister autodidatta calcistico, l’incapacita’
raccomandata, il tierapiedismo assoluto.
Si sa per certo
infatti che il posto di allenatore al Fiorello Manubrio gli era stato offerto,
come per altro per le altre squadre che aveva immeritatamente allenato, gli era
stato offerto dicevamo, dopo l’annuale incontro della madre procuratrice con il
presidente ,voci di spogliatoio s’intende.
Privo di qualsiasi
senso dell’umorismo e incapace di decisioni proprie, si faceva dettare la
formazione dalla mamma, dotato di un fisico a dir poco ridicolo a sua insaputa,
si pavoneggiava esibendo un’abbigliamento attillato elegante di firma e scarpe
laccate nere che stridevano con l’eschimo verde e
gli stivaletti usati
del vecchio Mister
In panchina, era
vomitosamente ossequioso con arbitro e guardalinee, non disdegnando di
enfatizzare volutamente il comportamento a suo dire maleducato del mister
avversario, in quel caso del vecchio Mister.
Guardava le proprie
riserve con sprezzo giudicandole una sorta di inadatti alle sua guida.
Ma la cosa che piu’ faceva andare in bestia il vecchio
Mister, era la voce di Fiorello Manubrio; fastidiosissima, acuta ma stonata,
come il vino che sa di tappo, come la mozzarella andata a male, come il clacson
di un apecar o una sirena castrata di ambulanza, come una vuvuzela, insomma
fastidiosissima come il Fiorello Manubrio.
“Caspitina ! “ strozzava Fiorello Manubrio con la sua vocina
stridula dalla panchina ogni qualvolta il vecchio Mister blaterava qualcosa in
un misto dialetto siculopantesco,
Quel giorno, come
capitava di rado , pioveva, si giocava al Comunale , al porto vecchio ,il
piccolo bunker sabbioso di solito simile ad un parcheggio asfaltato era
diventato un letamaio fangoso dal quale uscirne era impresa da sub.
Il Vecchio Mister
doveva fare punti, uno almeno si sperava, mancavano solo due giornate alla fine
e un punto ci voleva, per non retrocedere, per non retrocedere di fronte
all’odiato Fiorello Manubrio.
Il vecchio Mister non
dormiva da giorni, aveva fatto baruffa in settimana con tutti i parenti e amici
rei secondo lui di non appoggiare la squadra a dovere, di non capire
l’importanza storica del momento ,aveva dato un calcio anche al cane.
La squadra del
Manubrio reduce dal solito insipido campionato, era tranquilla a meta’
classifica, non aveva niente da dire ormai in quest'annata calcistica: ma
Fiorello Manubrio si. Era nella posizione morale che piu’ prediligeva, quella
dell’aguzzino, lui poteva rovinare il vecchio Mister.
Entrando in campo non
si salutarono, questo era scontato , e mentre sulla fronte del vecchio Mister
le vene erano ingrossate come torrenti di sangue in piena e le rughe
moltiplicate come pani e pesci, sulla faccia di Fiorello Manubrio era spuntato
un sorrisino beffardo e insinuante.
La partita vera era
tra le panchine, l’aria era pesante, molecole di odio calcistico e morale si
mescolavano come in una caldera prima dell’eruzione e si scontravano sulla
linea di metacampo creando dei vapori funesti.
Novantesimo, manca un
giro di lancette, gli altri ottantanove minuti solo botte e insulti a mo’ di
disfida medievale, novantesimo: il centravanti avversario figlioccio di
Fiorello Manubrio e suo discepolo simula vigliaccamente un fallo entro l’area
su una rude ma corretta entrata.
L'arbitro ci casca,
novantesimo minuto, zero a zero .Rigore.
“Caspitina ?
“stridula sogghignando Fiorello Manubrio.
Il vecchio Mister e’
immobile, le macchine del rimorchiatore al porto ferme, improvvisamente anche
il mare si calma, i gabbiani si posano, il vento si nasconde sugli spalti,
immobilita’ totale.
Di fronte,con la
sfera sul dischetto il vile figlioccio n 9 del Fiorello Manubrio e in porta
Gaspare Basone Zanolli n 1 del Pantelleria, Gaspare Basone Zanolli ,secondo
portiere detto la piovra.
Finta, contro finta ,
parte il tiro, raso fango verso destra , il portiere ingannato si butta verso
sinistra, la palla sta per varcare la linea dell’infamante retrocessione ma la
forza e’ poca, da damerino come il Fiorello Manubrio, e la sfera si impantana,
Gaspare Basone Zanolli la Piovra si tramuta in salmone che risale la corrente,
si contorce in volo da terra si avventa e afferra il pallone sulla linea ,si
rialza abbraciando la sfera, si sente il fischio finale, salvi.
I giocatori si
abbraciano, si buttano gioiosi nelle pozze di fango del Comunale, mandano baci
alle mamme e alle donne in tribuna.
Il vecchio Mister che
non aveva avuto il coraggio di guardare, intuisce il fatto, ancora immobile
sulla panchina , si alza, poi con assurda calma si toglie l’eschimo, l’assurdo
dolcevita blu in misto acrilico, si sistema i pantaloni al cavallo, si volta ma
solo con la testa dalla parte di Fiorello Manubrio, lo guarda e in canottiera
bianca di cotone da operaio al grido
“Caspitina” parte di
rincorsa verso di lui e gli sferra un gancio sinistro, sul naso e si avvia
ridacchiando verso gli spogliatoi leccandosi il sangue sulle nocche della mano,
sinistra..
Il pubblico
applaudente lo saluta per l'ultima volta.
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