Riceviamo e pubblichiamo da Denis Fiorot, Ac Foen
Dopo avere letto e riletto le considerazioni, “il pensiero” di Gwynplaine , persona di cultura visto che usa questo pseudonimo, alias “L’uomo che ride” libro di Victor Hugo; ho ritenuto opportuno scrivere queste mie valutazioni in merito.
Credo che il pensiero di fondo del redazionale “Diamoci una calmata” contenga degli spunti corretti ma sviluppati ed argomentati in modo, ritengo, assolutamente pericoloso, sbagliato e soprattutto non rispondente ai fatti. Infatti tracciare un parallelismo tra il tragico episodio avvenuto in Olanda e quanto successo, o meglio dire quanto “non è successo” nei confronti dell’arbitro domenica scorsa al campo di Foen, è assolutamente offensivo e lesivo nei confronti della società di cui mi onoro di fare parte .
Lo posso affermare con assoluta tranquillità, perché ero presente ai fatti, in quanto dirigente accompagnatore dell’A.C. Foen e non per sentito dire… o per racconto da interposta persona.
Possiamo concordare che tutti sbagliamo nella vita , nel lavoro, negli affetti e quindi anche nell’esercizio di un ‘attività sportiva e pertanto possiamo anche capire … “il ragazzo” come lo chiama Gwynplaine…
e nessuno lo vuole “uccidere”.
Le regole valgono per tutti , ed i comportamenti non conformi alle norme vanno sanzionati all’interno di un’organizzazione sportiva come all’interno della società civile.
Nessuno vuole assolvere nessuno, ma nemmeno si può accettare di presentare una serie di errori come una teoria di semplici mancanze da parte di un “ragazzo”, e gli altri come i “cattivi”, quando il medesimo alla fine non è un ragazzo ma si compiace dell’essere “giudice” ed esercitare fino in fondo le sue funzioni e la sua autorità conferitagli dal ruolo, dichiarando anche cose non vere.
Il ragazzo durante l’incontro ha avuto un comportamento un po’ sopra le righe, addirittura con minacce ai giocatori, in un incontro assolutamente tranquillo. Al momento in cui si è inventato il rigore (errore che ci può stare), anche se i due giocatori erano ben visibili e soli in area sono successi una serie di fatti .
Il giocatore nostro avversario a dichiarato che la palla l’aveva toccata lui con la mano, il ragazzo poteva tornare sulla sua decisione! La cosa e tecnicamente possibile. I nostri giocatori lo hanno circondato (errore) sono volate parole (errore) ed alla fine qualcuno gli ha appoggiato la mano sul petto (sbagliato non si può fare e si deve punire).
Ma ripeto appoggiato la mano non spinto per tre metri come da lui dichiarato nel referto (vedi comunicato FIGC). Penso che se si riesce a spostare di tre metri una persona di 70 /75 kg questa sicuramente cade a terra etc. Comunque se si sentiva minacciato poteva decretare la fine partita con il triplice fischio .
L’altra espulsione sempre su invenzione del “ragazzo” ci costa altre due giornate ad un giocatore.
Alla fine il “ragazzo” mostra il dito medio al pubblico, insulta le persone in tribuna, non rientra negli spogliatoi .
Anzi nonostante i mie i numerosi inviti lui ritorna per ben tre volte alla rete di recinzione per litigare con il pubblico. In tutto questo, nessuno all’interno del recinto di gioco si è mai avvicinato a lui, praticamente non
lo ha filato nessuno!!!! Si è allontanato dopo essersi cambiato nella più completa tranquillità e disinteresse di tutti.
Quindi alla fine, come società, non ci stiamo a sentirci paragonare ai fatti d’Olanda , sentirsi dire che sono errori di un ragazzo, il quale quando ha scritto il referto è diventato improvvisamente adulto e sicuro conoscitore dei suoi poteri.
Ricordo , per chi non lo sapesse, che quanto riportato dall’arbitro a referto è ”inconfutabile” vale come la parola di un pubblico ufficiale, e non ci sono possibilità di confronti anche quando le dichiarazioni non sono veritiere come in questo caso.
Ricordo , per chi non lo sapesse, che quanto riportato dall’arbitro a referto è ”inconfutabile” vale come la parola di un pubblico ufficiale, e non ci sono possibilità di confronti anche quando le dichiarazioni non sono veritiere come in questo caso.
Ci aggiungiamo che la giustizia sportiva non parla con gli arbitri per capire effettivamente cosa è successo , nonostante il ragazzo abbia poi, a referto inviato, cercato di attenuare i termini della situazione ai suoi “capi”
Alla fine per gli errori del “ragazzo” caro Gwynplane paghiamo solo noi…,infatti il danno di immagine, la multa, le squalifiche dei giocatori in campionato, non magari con la sospensione nei due mesi di fermo come forse capiterà al “ragazzo” il quale comunque percepirà la sua diaria di 50 € (della partita) la riscuoterà … che comunque sono sempre soldi versati dalle società.
Un ultimo inciso oltre Gwynplane anche Gigi Sosso sul Corriere delle Alpi si è sentito in dovere di farci la morale, senza nemmeno farci un colpo di telefono per almeno sentire la nostra versione, credo che il mondo sia pieno di troppi “moralisti” a titolo gratuito.
Scusate la lunghezza ma noi ci assumiamo le ns. responsabilità e colpe se ci sono, ma di passare per quelli che non siamo e che la nostra onorabilità di società usata a piacimento senza magari aver approfondito i fatti ; visto che quando succede ai nostri danni (vedi Sois) tutti questi “dottori di etica” non si sono espressi.
Cordiali saluti a tutti.
Denis Fiorot
Addetto Stampa e Dirigente
A.C. Foen
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