Ci sono i fedelissimi, i nuovissimi e i vecchi che ritornano. Tanti nomi sono girati durante un'estate che ha fatto lievitare, grazie alle turbolenti notti di mercato, il livello di questo campionato comunque sempre affascinante. Le tasche son sempre più piene di sassi ci racconta il Jovanotti che tutti apprezziamo. Sempre meno dindini, anche nelle categorie superiori, ed ecco che nuovamente i nomi prestigiosi verranno a calcare questi campi, portando con sé una dose efficace di classe e qualità.
Un ritorno all’antico, uno
sconvolgimento che trova spiegazione addentrandosi nel tessuto sociale della
civiltà contemporanea. Non stiamo rasentando la retorica: il Calcio è
sociologia, anche nelle “lotte tra quartieri”. Si, perché la Seconda Categoria
è questo: è predominio sul fazzoletto di terra dei tuoi antenati, è istinto
popolare, è ostentazione del selvaggio. È così nei caldissimi campi di montagna
cadorini dove la Seconda R coraggiosamente si avventura, così nei rettangoli
dei quartieri di Belluno e nella primaverile estensione geografica di Vittorio
Veneto dove questo campionato si prende il suo status di prestigio esaurendosi
fino ai quasi cittadini stadi dell’hinterland coneglianese.
La Seconda R mescola
culture e modi di fare calcio, modi di vivere il calcio. Alla fine vince quasi
sempre chi ha il gruzzoletto da spendere, ma la competizione è una giostra di
emozioni e di opportunità per tutti. Quest’anno sarà la Rinascente Cornei a fare il suo
esordio nel calcio regionale e darà vita ad un elettrizzante derby con la
vicina Fulgor
Farra. Ne è passato del tempo dall’ultima volta che la conca
alpagota non poteva vantare un derby con il marchio di chi vive tra Belluno e
la Foresta del Cansiglio.
Ritorna il piccolo Schiara
che ridà lustro al quartiere di Tisoi. La gente del posto già freme per le
stracittadine contro il nuovo fortissimo Castion di Stefano Sommacal e l’altrettanto ambizioso
Alpina
che proverà l’epica scalata sul suo mitico campo in terra di La Rossa: è così che il capoluogo darà il suo
contributo alla Seconda R. Al di là del confine comunale c’è una delle due
nobili decadute tra le sedici: è il Ponte nelle Alpi che ha affidato ad Enrico Ben la
sua rinascita calcistica.
E dunque gli opposti: il Cadore
e la provincia di Treviso. L’emblema del contrasto e della contraddizione, il
fascino della mescolanza. Sono rimaste in tre a fare da alfieri delle montagne:
l’Auronzo
della nuova era post-Ben, il Cortina del gruppo storico e il Cadore
che, come una fenice, proverà a rinascere dalla sue ceneri affidandosi a mister
Alfredo Coletti per tentare di ricostruire lo spirito del guerriero che nei
gloriosi decenni passati ha forgiato gli animi nelle eroiche gesta sportive
ricordate dagli anziani dei villaggi.
Dunque la legione
trevigiana, tornata ad un numero cospicuo di arruolati.
Sono in sette quest’anno: le immancabili Vittsangiacomo (per i più la favorita numero uno)
e Sarmede,
poi si riconfermano il motivatissimo Tarzo di Titton e l’altra nobile decaduta Cappella Maggiore.
Quindi le novità: il fortissimo Itlas S. Giustina Serravalle, guidata dal
mostruoso centravanti Massimo Cesca (l’ultima volta che ha messo piede in
questo girone lo vinse con la Follinese insaccando la sfera per ben 33 volte),
il guizzo vintage del Sammartino Colle e
il ripescato Feletto
che dovrà far valere le pendenze del suo muro per tentare di restare in
categoria.
E allora tuffiamoci dentro
in questo fantastica amalgama, in questa cerchia di campanili e proviamo a
capire chi ha la campana che suona la melodia migliore. Già la Coppa Veneto è
un succoso antipasto da non perdere: da lì si ricaveranno le prime vere
impressioni, i primi commenti decolleranno dalle bocche dei tifosi nei bar dei
campi sportivi e in quelli storici nel cuore dei paesi. Ma il calcio, a tutti i
livelli, è anche questo. Per fortuna che è così ed è anche grazie alle ciacole
dell’innamorato di una palla presa a calci che la Seconda R può contribuire a
rendere ancora più bello il gioco più bello del mondo.
Godetevi l’avventura!
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