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06 agosto 2013

La parola a Filippo De Col

di Gianluca Da Poian

Dall' Alpago alla serie A. Passando per Milano, Legnago, Chiavari e ora, per questa nuova stagione, a Lanciano. Facile capire si chi si parla; Filippo De Col, classe 1993, è stato per qualche settimana il secondo bellunese nella massima serie assieme ad Alessandro Gazzi. Gli si sono spalancate le porte dell' Hellas Verona, tornato in serie A dopo una stagione trionfale. Le occasioni per giocare però non sarebbero state molte per cui ecco la cessione prestito alla Virtus Lanciano; serie B, brividi ad altaquota anche per uno abituato alle spettacolari Dolomiti.

In questa intervista al giocatore alpagoto troverete aneddoti, storie, sogni di questo giocatore che comunque mantiene una grande dose d' umiltà e tanta voglia di migliorare per tornare il prossimo anno nella massima serie. Buona lettura!

Ciao Filippo. Quest' estate hai preso parte al ritiro dell' Hellas Verona. Cosa si prova ad allenarsi e giocare con certi campioni?
"Ciao a tutti. Bè che dire, sono stati giorni fantastici. Ho avuto la possiblità di confrontarmi e giocare con calciatori di alto livello ma soprattutto persone fantastiche e umili nel fare il proprio lavoro. Poi non vi dico neppure che emozione è stata giocare con Luca Toni che 7 anni fa vedevo in televisione vincere il Mondiale a Berlino...PAZZESCO!"

Sicuramente però trovare spazio in serie A a questa giovane età sarebbe stato difficile. Eccoti dunque a fare esperienza per un anno a Lanciano, pronto per una nuova avventura in serie B. Cosa ti aspetti da questo stagione? "Sinceramente non mi aspetto nulla di particolare; cerco semplicemente di lavorare al massimo per ripagare sul campo la fiducia del direttore sportivo e del mister Marco Baroni che lo scorso anno allenava la Juve primavera.  Qui ho trovato un gruppo ottimo, con bravi ragazzi che mi hanno accolto in maniera splendida. Inoltre la città è molto bella; che dire quindi, i presupposto per fare bene e per centrare la salvezza ci sono tutti."

In una squadra di serie A non ci si arriva però se non si fanno sacrifici anche importanti. Guardando la tua carriera già così ricca cosa ti viene in mente?
"Certamente la sveglia alle 6 del mattino per andare a scuola, il panino al volo per pranzo e la corsa a Montebelluna per gli allenamenti con il treno,  allenamento e poi un' altra ora per il ritorno alle 8 di sera e poi a studiare! Sacrifici però che non mi pesavano per niente visto che ero molto giovane e poi perchè Montebelluna era ed è ancora uno dei settori giovanili più importanti d' Italia.  A 13 anni poi mi sono trasferito a Milano, per iniziare l' esperienza con il Milan. Un' esperienza unica e indimenticabile, quattro stagioni con allenatori del calibro di Evani, Fiorin, Nunziata e Stroppa e compagni di squadra fantastici con i quali ho vissuto giorno per giorno questa avventura.
Poi ho inziato a giocare con i grandi a Legnago, in serie D. La mia fortuna è stata trovare una società sana e seria e un allenatore come Andrea Orecchia che con i giovani ci sapeva fare e che ci ha portato al terzo posto in classifica.
A quel punto è arrivata la chiamata della Virtus Entella di Chiavari; una squadra con un presidente ambizioso e una struttura sana e organizzata nei minimi dettagli. Anche qui la mia fortuna è stata quella di trovare un mister come Luca Prina che mi ha permesso di crescere sotto tutti i punti di vista e non posso fare altro che ringraziarlo, così come ringrazio i dirigenti Matteo Superbi e Matteo Matteazzi. Abbiamo cullato il sogno della serie B fino ai play-off, dove ci siamo arresi al Lecce. E poi la chiamata più bella, quella dalla serie A."

Eccoci alla fine dell' intervista Filippo. Nel ringraziarti per la tua disponibilità ti chiediamo se vuoi salutare qualcuno in particolare.
"Vi ringrazio dell'  intervista e saluto i lettori del Calciobellunese e tutti i miei amici. Un abbraccio a tutti! ""

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